mercoledì 25 novembre 2009

Studi sul bullismo in Italia


In Italia solo intorno agli anni '90 ci si inizia ad interessare al fenomeno bullismo,in seguito alla pubblicazione del libro "Bullismo a scuola" di Dan Olwens.


Nel nostro paese colei che si è interessata per prima al problema è Alda Fonzi,prendendo come punto di partenza per i suoi studi il libro sopra citato.

Ella afferma che si è soggetti ad azioni di bullismo quando si è sottoposti ad azioni offensive ripetute nel tempo,messe in atto da uno o più compagni. Si parla infatti di bullismo quando vi è una relazione assimetrica (colui che aggredisce e colui che subisce).

Si parla di bullismo dai 7 ai 13 anni,poichè dopo questa età in genere cala l'attenzione verso questi soggetti (i bulli) che vengono isolati. Il bullo perde infatti il consenso da parte degli altri compagni.


In genere,insegnanti e genitori nei confronti di questi fenomeni minimizzano i fatti intervenedo quasi mai,favorendo così sempre più l'isolamento della vittima di questi atti.

Gli atti di bullismo avvengono per lo più all'interno delle mura scolastiche,accentuato ancora di più nelle piccole scuole dove la vittima ha meno possibilità di trovare sostegno.

Il bullismo scatta a causa dell'attaccamento,infatti in genere i bulli sono caratterizzati da un attaccamento evitante con la madre ed educati con stile poco permissivo,con la conseguenza che il bambino non conosce i propri limiti. Non a caso sono importanti i meccanismi di gruppo poichè il bullo reagisce violentemente spesso anche per emulare ciò che vede a casa.

domenica 22 novembre 2009

Ragazzini indifferenti al bullismo


Vorrei riportare qui di seguito un articolo pubblicato nel giornale City mercoledì 18 novembre 2009,per dimostrare sempre di più la presenza e la gravità del fenomeno trattato in questo blog.


Ragazzini indifferenti al bullismo


Roma-I bambini italiani sono sempre più assuefatti alle angherie:in un anno gli "spettatori silenziosi"degli atti di bullismo sono raddoppiati(dal 5,1% del 2008 all'11,1% del 2009). Tra gli adolescenti sono addirittura aumentati di sette punti percentuali (dal 12,1% al 19,5%). A rivelarlo è l'ultimo rapporto di Eurispes e Telefono Azzurro. Più di un quarto dei bambini ha subito nell'anno offese immotivate (27,2%) o provocazioni e prese in giro (28,1%);per i ragazzi sono rispettivamente il 18,9% e il 19,8%. Al 12,6% sono stati sottratti cibo o oggetti (8,5%) e denaro (4,1%),mentre l'8,7% ha visto i propri beni danneggiati. Il 6,5% è stato esluso o isolato dal gruppo con continuità,mentre in generale il 7,4% è stato vittama di minacce (5%) e percosse (2,4%). Le vittime preferite sono coloro che "non sanno difendersi o non reagiscono" (38,4%). E' in aumento anche il cyberbullismo:fra gli adolescenti è passato dal 3% al 5,6% la percentuale di coloro che dice di aver ricevuto messaggi,foto o video offensivi o minacciosi. Il rapporto fornisce anche l'identikit del bullo? Nel 25,4% dei casi si tratta di un coetaneo,più spesso maschio (nel 17,7% dei casi) rispetto alle femmine (7,7%). Più raro è il caso in cui sono i ragazzi più grandi a compiere la prevaricazione (5,8%) e minimo quello in cui i molestatori sono bambini più piccoli (2%).


FONTE: "City" del 18/11/09


venerdì 20 novembre 2009

Bullismo al femminile

Ebbene sì,anche tra le ragazze è presente il fenomeno del bullismo.
Certo le donne ci mettono un certo "stile"nei loro affari.
Anche nelle persecuzioni.
Tanti cari saluti a spintoni,percosse,pugni,a due o tre ceffoni.Sono qualcosa di troppo rude,è out.
Il popolo femminile pratica un bullismo tutto particolare,forse molto più tagliente,incisivo nella vita della vittima.Pare infatti che le ragazzine prediligano il versante invisibile delle varie sevizie,che fa leva sulla parte più strettamente psicologica della vittima. Per questo motivo viene denominato bullismo psicologico. Esso riesce ad arrivare là dove la mera violenza non arriva,a raggiungere degli obiettivi che per le ragazze sono più importanti,rispetto a quanto lo sarebbero per "lui".
Questa,in sostanza,la grande variante che differenzia le femmine dai maschi negli atti di bullismo:non si tocca la vittima con un dito(la maggior parte delle volte,perchè non sono totalmente da escludere episodi di violenza tra le ragazze),non le si torce un capello ,ma le se distrugge l'immagine esteriore ed interiore.
I casi di bullismo tra ragazze si incrementano col passaggio dall'infanzia all'adoloscenza.
Il lato peggiore del bullismo al femminile consiste nel suo lato prettamente indiretto,psicologico,subdolo;si maschera bene,e risulta praticamente invisibile all'esterno,a meno che non si faccia parte della classe o del gruppo..o se ne sia la vittima costante o ricorrente.Per questo insegnanti e genitori hanno difficoltà ad individuarlo,combattrelo:le ragazzine che recitano la parte delle tormentatrici sono viste semplicemente come "cattivelle",e non come vere e proprie bulle,quali sono in realtà. Questo è stato,ed è,sinonimo dello sminuire il fenomeno del bullismo tra ragazze,e per questo rimane oscuro,poco considerato. E' lasciato libero e non ostacolato nella distruttività,mentre le ragazze che lo subiscono spesso si spengono socialmente e interiormente,senza che i familiari riescano a dare e darsi un spiegazione,e a fornire una soluzione ed un aiuto adeguati al problema.











FONTE:INFORMAGIOVANI D'ITALIA

Le principali caratteristiche del bullismo


Ora vorrei cercare di illustrare le caratteristiche tipiche del bullismo,anche per aiutare le persone a riconoscere il fenomeno nello specifico.


In genere il bullismo è caratterizzato da un insieme di fattori quali:


  • colui che agisce come "persecutore"trova piacere nel "dominare"la vittima senza mostrare alcuna compassione per la sofferenza psichica o anche fisica del "perseguitato"

  • il bullismo continua per un lungo periodo di tempo

  • la prepotenza del persecutore sul perseguitato è spesso legata alla superiorità dovuta all'età,alla forza fisica o al sesso (ad esempio il maschio più forte della femmina)

  • la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro,non sa o non può difendersi adeguatamente ed ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione

  • la vittima si sente isolata ed esposta,spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perchè teme rappresaglie e vendette


Provando a dare una sintetica definizione,in genere,"Uno studente è oggeto di azioni di bullismo,ovvero prevaricato e vittimizzato,quando viene esposto,ripetutamente nel corso del tempo,alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni".(Olweus 1996)


Bisogna parlare di bullismo per fare in modo che sia sempre più facile avvicinarci ad un riconoscimento giuridico della violenza tra ragazzi in particolari ambienti e modalità.Le vittime,infatti, dovrebbero trovare la forza per riuscire a denunciare le violenze subite per arrivare ad un riconoscimento di questo tipo.Bisogna cercare di evitare che il bullismo manifestato a scuola,ma anche in altri ambienti,sia fonte di seri danni per altre persone,vittime innocenti di quello che oramai è una vera e propria calamità sociale!Troppe sono le vittime e troppo è il silenzio..

venerdì 13 novembre 2009


Il bullismo è uno dei grandi problemi della nostra società,sempre più presente tra adolescenti ma ultimamente anche tra i bambini che frequentano la scuola elementare. La caratteristica del tipico bullo è chiaramente quella dell'aggressività rivolta verso i suoi compagni,ma molto spesso anche verso genitori e insegnanti. I bulli infatti hanno una grande esigenza di dominare gli altri dimostrandosi spesso impulsivi. Questi vogliono dimostrare la loro superiorità,vera o presunta,attraverso comportamenti violenti dimostrando allo stesso tempo di possedere una bassa tolleranza alla frustazione.